Vintage: un po’ di storia
Travolti da un mondo fatto di fast fashion, di usa e getta, e di quantità piuttosto che qualità, esiste qualcuno che è riuscito a fermarsi da questo turbine, accorgendosi che l’abito ha una memoria da conservare e che deve essere tramandata di generazione in generazione: sono i cultori del Vintage.
Dal francese antico Vendenge “Vendemmia”, il termine veniva utilizzato per indicare in modo generico i vini d’annata di pregio. Si è esteso successivamente con significato elogiativo in diversi campi e specialmente nel linguaggio della moda per indicare l’utilizzo di vestiti e bigiotteria di altri tempi che evidenziano il gusto di una determinata epoca o la linea di un determinato stilista, di pregio appunto, come una determinata annata di vini.
Piccoli negozietti che camminando velocemente noti quasi per caso, ma dopo che sei entrata, non puoi più farne a meno: pezzi unici di Dior, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pierre Cardin, Chanel…

Quando il vintage fa tendenza
Il Vintage sta diventando un settore in crescita a livello internazionale: sempre più spesso sulle riviste si trovano servizi sui pezzi iconici della storia della moda; gli stessi direttori artistici delle grandi maison si interessano all’eredità del marchio, iniziando a lavorare sui cataloghi relativi alle proprie collezioni passate basandosi su un lavoro di archivio.
Questa passione ha coinvolto anche alcune delle maggiori case d’aste che hanno inserito al proprio interno il dipartimento di Vintage mettendo in asta pezzi unici della storia, il più delle volte si tratta di collezioni private di un personaggio noto e l’acquirente è affascinato dal fatto di poter possedere un capo appartenuto al guardaroba di un personaggio famoso.

Il Vintage alle porte di Milano
Le persone si stanno aprendo sempre di più a questo nuovo modo di vedere la moda – Non c’è limite di età nella clientela ma solo una forte attenzione alla qualità del tessuto, all’unicità del prodotto e allo stile anni ’50 e ‘60».
racconta Sara, proprietaria del negozio Madame Dorè di Busto Arsizio.
Sara ha convertito il suo negozio di abbigliamento contemporaneo in punto di riferimento per abbigliamento e accessori vintage, unendo la necessità a una questione etica ed ecologica, oltre all’idea di come un vestito abbia una propria storia e delle positive vibes da trasmettere.
Mi piace pensare che il vestito tramandato di mano in mano abbia una propria energia: il filo conduttore tra le persone che lo indosseranno, persone di generazioni diverse ma con gusti simili, unite sempre dalla voglia di sentirsi affascinanti ed uniche indossando lo stesso vestito.
#STORYTELLER: EMANUELA PASSERINI
CLICCA QUI PER SFOGLIARE LA VERSIONE DIGITALE #SPECIALE #ETICO
SCOPRI IL NUOVO SPECIALE #ILLUMINATO DI #3D MAGAZINE