Una Milano Virtuale nel mondo della moda
Il pianeta moda si smaterializza per entrare in una nuova era.
Per la prima volta la moda è aperta a tutti, scende in piazza per uno spettacolo in mondovisione e per Milano non è facile adattarsi.
Numerosi sono stati i tentativi di resuscitare il mondo glamour da parte dei brand: Moschino celebra la Hollywood degli anni ‘40,
Robot umanoidi presentano la collezione di Dolce & Gabbana, Salvatore Ferragamo ribalta l’ordine del tempo facendo sfilare in una realtà stile Matrix, Missoni offre uno spaccato di vita prima dell’arrivo del Coronavirus e un invito a guardare avanti con fiducia e ottimismo mentre Re Giorgio fa sfilare donne e uomini che non hanno bisogno di ostentare nulla con al centro dell’austera passerella un gorilla verde che ci ricorda la necessità di salvaguardare il pianeta.
Manifesti di libertà e ribellione trasformati in capi per una moda alchemica e senza confini dallo sguardo fisso sulla sostenibilità e sulle subculture.
La fashion week prosegue inarrestabile il suo viaggio toccando fiduciosa le sue solite tappe: Parigi dopo New York e Londra.
Un tempo nuovo in cui le presentazioni di prêt à porter sono trasformate in cinema in plein air.

Le capitali dello stile rimpiangono i momenti d’oro mentre c’è chi sceglie di mettersi in pausa come Dries Van Noten.
Hermes cavalca la pandemia con tre diversi show, tre diversi fusi orari per una presenza intensificata e totale sulle passerelle, Chloe sfila in una Parigi deserta per il coprifuoco.
Maria Grazia Chiuri risponde alla pandemia con il racconto incantato di Dior in una Reggia di Versailles animata da fate, streghe e folletti.
Celebrazione del corpo, libertà di espressione, edonismo ritrovato dopo un letargo dei sensi.
La fashion week racconta il presente necessariamente anche la pandemia.
#STORYTELLER: VALENTINA NASSO
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