Sempre più italiani cominciano a valutare l’opzione della pensione integrativa date le misere prospettive legate alla pensione emessa tradizionalmente dall’INPS o dal proprio ente pensionistico. Eppure La Legge 8 agosto 1995, n. 335 di “riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare” (c.d. riforma Dini) sancisce il cambio epocale per la nostra pensione il sistema passa da retributivo a contributivo.
Sono trascorsi 23 anni dalla legge e solo oggi qualcuno comincia ad interessarsi all’argomento, pigrizia, resistenza al cambiamento, paura o superficialità?
Qualunque sia il motivo, è assurdo non conoscere il sistema pensionistico a cui apparteniamo, per poter compiere scelte consapevoli ed evitare di presentarci all’appuntamento “pensione”, impreparati.
Ma cosa significano i termini “sistema retributivo” e “contributivo”? Che mentre prima si percepiva una pensione calcolando la media degli ultimi 5 anni di stipendio mensile, con il sistema contributivo invece, la pensione sarà calcolata trasformando attraverso un coefficiente definito pubblicamente dal Governo, tutto ciò che abbiamo versato e soprattutto comprensivo degli interessi maturati.
Questo basta già per far capire che dobbiamo far crescere ciò che risparmiamo per la pensione, quanto più è possibile, per permetterci di raggiungere, alla data fatidica, un capitale elevato ed ottenere quindi una pensione integrativa più alta.
Ma questo si ottiene attraverso una scelta di investimento del risparmio pensionistico, che va fatta in base agli anni mancanti alla pensione e quindi collegato al ciclo di vita ed alle necessità di ciascuno di noi.
Ecco uno dei motivi per scegliere una forma di pensione integrativa individuale, ci da la possibilità di essere liberi di pianificare la nostra pensione come meglio si addice alle nostre esigenze e scelte di vita.
Ma ora cominciamo ad analizzare qualche aspetto tecnico che ci aiuta ad affrontare il momento della scelta.
Quando iniziamo a lavorare o durante l’età lavorativa, se lavoriamo presso un’azienda con un numero di dipendenti inferiore a 50, possiamo scegliere tra 4 possibilità: 1) lasciare i contributi in azienda – 2) destinarli al fondo speciale Inps 3) destinarli al proprio fondo pensionistico sottoscritto con una Compagnia Assicurativa o un istituto di credito 4) a destinarlo (se previsto dal proprio inquadramento) al fondo pensione di categoria indicata nel contratto lavorativo(metalmeccanico, chimico etc.)
Nel caso l’azienda abbia un numero di dipendenti superiore ai 50 le scelte si riducono a 3: 1)Fondo tesoreria speciale INPS 2) fondo pensione di categoria, sempre se previsto 3) fondo pensione integrativo individuale sottoscritto con una Compagnia Assicurativa o un istituto di credito.
Mi sono soffermato su alcune caratteristiche principali, ma ci sono altre indicazioni da osservare poi in sede di incontro con il consulente finanziario.
A questo punto è giusto soffermarmi sul perché pensare oggi alla nostra pensione e sui vantaggi e svantaggi del sistema pensionistico contributivo.
Innanzitutto perché pensarci? Perché se il sistema pensionistico è cambiato, non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e aspettare poi di arrivare all’età pensionabile con un grave problema, quello di essere costretti ad avere un tenore di vita più basso dell’attuale ed in più avere maggiore necessità di assistenza medico-sanitaria per la nostra anzianità.
Perchè bisogna pensarci oggi? perché più tempo abbiamo a disposizione, più potremo risparmiare e più potranno crescere i nostri investimenti, inoltre perché la normativa stessa specifica che all’età pensionabile il montante accumulato viene tassato dal 15% al 9% a seconda degli anni di adesione (15% per i primi 15 anni poi scende dello 0,3% per ogni anno successivo fino ad un minimo del 9%).
Quindi grazie alla previdenza integrativa è possibile avere delle risorse aggiuntive che si affiancano alla pensione pubblica e con poco si può fare tanto per il proprio benessere futuro.
Vantaggi
Uno dei vantaggi della previdenza integrativa è quello di essere alla portata di tutti. Non occorre essere dei “grandi investitori” per ottenere dei risultati, ma basta destinare con costanza anche piccoli importi, per poter poi, negli anni, accumulare capitale.
La previdenza integrativa è una forma di risparmio finalizzato che massimizza i propri risultati nel tempo, perché flessibile, potendo cambiare le somme investite a seconda delle tue esigenze, il capitale ed i rendimenti si rivalutano e i vantaggi fiscali si cumulano.
Vantaggi fiscali: il Fondo pensione è deducibile:
Il regime fiscale della previdenza integrativa è agevolato rispetto a qualsiasi altro strumento di investimento innanzitutto perché lo Stato ne incentiva l’adesione.
I contributi versati annualmente nella forma pensionistica integrativa sono deducibili dal proprio reddito dichiarato ai fini IRPEF, entro il tetto massimo di deducibilità pari a 5.164,57€ annui. Per i giovani alla loro prima occupazione è previsto un ulteriore bonus di 2.582,29 euro annui, a partire dal quinto anno di partecipazione al fondo pensione e per i successivi 20 anni.
Il risparmio fiscale consiste, quindi, nell’abbattimento del reddito imponibile, dal momento che i contributi versati vengono sottratti, con conseguenti minori imposte IRPEF da versare, per i titolari di partite IVA, mentre per i dipendenti, il risparmio fiscale viene restituito in busta paga nel mese successivo alla dichiarazione dei redditi.
Inoltre sono previste delle ulteriori agevolazioni fiscali:
– I rendimenti ottenuti con la gestione finanziaria del fondo pensione sono tassati con l’applicazione dell’imposta sostitutiva sui redditi con aliquota del 20% anziché quella del 26% normalmente applicata alle altre forme di investimento.
Il fondo pensione è pignorabile?
Il risparmio attuato con la previdenza integrativa è fortemente tutelato e protetto, sia dal fallimento del gestore (banca, impresa assicurativa, SGR o SIM) che dagli eventuali creditori dell’aderente.
Le forme pensionistiche integrative costituiscono dei patrimoni autonomi e separati all’interno del patrimonio complessivo del gestore e quindi in caso di suo fallimento il patrimonio accumulato è salvaguardato.
Inoltre, le risorse versate dagli aderenti sono impignorabili ed insequestrabili da parte di eventuali creditori degli stessi.
è possibile la pensione anticipata?
Con l’ultima legge di bilancio, l’utilità della previdenza integrativa si è fatta ancora più ampia: quanto accumulato presso il fondo pensione può essere percepito prima del pensionamento previsto nel proprio regime pubblico sotto forma di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA).
Se l’inoccupazione sopraggiunge in un’età prossima al pensionamento (nei cinque anni antecedenti) o addirittura dieci anni prima se si è inoccupati da più di due, la RITA funge da reddito ponte tra la cessazione dell’attività lavorativa ed il momento in cui si accede alla pensione pubblica, consentendo di avere, di fatto, una pensione anticipata.
Posso farmi anticipare parte dei contributi versati come potevo con il TFR?
Certo, esistono 3 tipologie di anticipazioni:
- Spese sanitarie a seguito di gravissime situazioni riguardanti sé, il coniuge o i figli, per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche. In qualsiasi momento è possibile richiedere fino al 75% del capitale maturato.
- Acquisto o ristrutturazione prima casapropria o dei figli. Dopo 8 anni di iscrizione ad una forma pensionistica è possibile richiedere fino al 75% del capitale maturato.
- Ulteriori esigenze, senza necessità di giustificarle. Dopo 8 anni di iscrizione ad una forma pensionistica è possibile richiedere fino al 30% del capitale maturato.
È possibile chiedere anche più di una anticipazione, ma la somma totale degli importi anticipati non può comunque superare il 75% della posizione complessiva dell’iscritto, incrementata di tutte le anticipazioni percepite e non reintegrate.
RISCATTI
Oltre alle Anticipazioni per i motivi indicati, è possibile richiedere un “riscatto” della posizione previdenziale. Il riscatto consiste nella richiesta di rimborso, totale o parziale, del capitale maturato fino a quel momento e può essere richiesto:
- Nei casi di inoccupazioneper un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi, o in caso di mobilità o cassa integrazione, è possibile chiedere il riscatto del 50% del montante maturato. Per inoccupazione superiore a 48 mesi è possibile chiedere il riscatto totale.
- In caso diinvalidità permanente che riduce la capacità lavorativa a meno di un terzo è possibile chiedere il riscatto totale.
- In caso dimorte del lavoratore prima che abbia maturato il diritto alla pensione, gli Eredi o i Beneficiari possono chiedere il riscatto totale.
Come sono tassati i capitali anticipati?
Le anticipazioni richieste per il primo punto su menzionato, vengono tassate, per i contributi versati partire dal 1 gennaio 2007, al 15% che può scendere fino al 9% in funzione degli anni di contribuzione.
Negli altri due casi, le anticipazioni sono tassate al 23%.
In tutti e tre i casi, l’aliquota è sempre inferiore a quanto previsto per le anticipazioni del vecchio TFR.
Un esempio pratico:
Immaginiamo un reddito lordo di un dipendente di euro 34000 ed un versamento contributi pensionistici di euro 3000 annui.
Quindi accumulo per la mia pensione 3000 euro l’anno, ma il risparmio effettivo che accantono è di 1860 euro annui.
Questo è un esempio del guadagno sicuro che può generare un fondo pensione al quale si aggiunge il rendimento nel tempo dei contributi investiti.
Svantaggi
Lo svantaggio può essere l’impegno nel mantenere i versamenti dei contributi con costanza e senza chiedere anticipazioni, che ridurrebbero molto il beneficio fiscale.
Un altro aspetto su cui soffermarsi sono i costi, che se alti, possono ridurre il rendimento futuro, ma ponendo la giusta attenzione, come ad esempio la semplice scelta per un fondo pensione aperto e non un piano pensionistico di tipo assicurativo, si limita molto tale effetto negativo.
Se sono riuscito a trasferirti l’esigenza, non devi perdere neanche più un giorno del tuo tempo per approfondire l’argomento e capire cosa puoi fare per assicurarti una pensione adeguata al tuo tenore di vita.
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