“Hai saputo cosa è successo?”, “Sì, l’ho letto su internet“. Quante volte abbiamo sentito queste parole? Il web ha oramai preso il posto delle testate giornalistiche classiche (quelle cartacee) battendole in velocità. Eh si, perché il giornalismo richiede tempo e sudore e un’inchiesta di qualità necessita di verifiche e approfondimenti, tempi tecnici potremmo definirli.
La Rete, invece, non aspetta nessuno, gioca con l’interattività e con il coinvolgimento dell’utente e viaggia sempre più tramite i social network, piattaforme che sfornano news (grazie al meccanismo della condivisione) come fossero invitanti tavole calde.
In realtà Facebook e soci non producono nulla, molti confondono il mezzo con la fonte, si limitano a dar luce alle notizie pubblicate sui siti delle maggiori (o minori) testate portandole sul palcoscenico della socialità. L’Informazione tradizionale ha massimizzato questo rapporto collocando sui propri siti web gli appositi tasti per la condivisione: leggi l’articolo – apprezzi (o forse no) – condividi. Un megafono che arriva ovunque. O quasi.
I rampanti e giovani miliardari californiani hanno ben compreso l’importanza di questo legame, una corresponsione di amorosi e proficui mezzi, ecco perché hanno deciso di investire su un’informazione potenziata e integrata. Mark Zuckerberg ha battuto tutti i concorrenti sul tempo stipulando quest’anno un accordo con nove giganti, nove grandi media: New York Times, Nbc, The Atlantic, National Geographic, Guardian, Bbc, Buzzfeed e i tedeschi Der Spiegel e Bild. Grazie a questa mossa ha dato vita agli “Instant Article“, articoli di giornale pubblicati sulla app di Facebook in un nuovo formato (non più tramite link che rimanda ai siti di news) con funzioni multimediali potenziate e una rapidità di download nettamente migliorata. I benefici per gli editori saranno nel “controllo sui contenuti” e nella possibilità di tenere per sé tutti i ricavi pubblicitari (se venduti con proprie risorse) o parte di essi (se venduti tramite Facebook). Facebook fornirà poi analisi di performance degli articoli che potranno essere utilizzati nei confronti degli investitori pubblicitari. Una perfetta quadratura del cerchio.
Twitter ha invece deciso di fornire una bussola ai propri utenti. Si chiama “Moments” ed è una raccolta dei fatti del giorno su vari argomenti di attualità, sport e spettacolo. Per il momento disponibile solo negli Stati Uniti, cliccando sul tasto con l’icona di una saetta si accede alla lista di “momenti”: una selezione di tweet, foto, video e approfondimenti, curata in tempo reale da un team interno insieme ad alcuni partner tra cui New York Times, Vogue e la Nasa. L’utente può leggere i contenuti disponibili o decidere di seguire un singolo “momento”, ricevendo in automatico gli aggiornamenti. Le news che Twitter sceglie di approfondire, dalla partita di calcio a un dibattito elettorale, hanno una durata limitata e variano in base a cosa finisce sotto i riflettori. Insieme a una selezione di “cinguettii” rilevanti e contenuti audiovisivi, gli utenti troveranno anche i link per approfondire l’argomento sul sito web dei partner di Twitter, tra cui figurano anche Washington Post, Fox News e Mashable. La Apple, colosso informatico di Cupertino, ha deciso di non cedere il passo ai competitor lanciando la nuova app “News” , probabilmente per tenere fede al motto del suo saggio e compianto fondatore: “Stay hungry, stay foolish“.
Siate affamati. Di notizie, s’intende.
di Fabrizio Brancaccio