L’appassionato MICHELE PLACIDO e il suo sguardo sulle donne

Con due matrimoni finiti alle spalle ed uno ancora in corso, abbiamo incontrato l’attore e regista pugliese per parlare del ruolo della donna nella sua vita artistica: << le donne hanno una marcia in più >>.

Un fiume in piena, uomo entusiasta e sempre alle prese con nuovi progetti di lavoro, tra cui, a breve, la regia di una mega serie tv sulla criminalità organizzata siculo-americana. Michele Placido, carismatico e apprezzato attore e regista italiano, ha poggiato il suo sguardo sulle donne, riconoscendo in loro <<una capacità che gli uomini non hanno>>. Molto amato dall’ universo femminile, nei mitici anni 80’, quando interpretava l’affascinante commissario Cattani dello sceneggiato “La Piovra” (di Damiano Damiani), che gli rende la popolarità in Italia e all’estero, Michele Placido, di recente, ha diretto il suo undicesimo film (“La scelta” con Ambra Angiolini e Raoul Bova) questa volta su amore, violenza e maternità e non ha mai smesso di credere nella forza delle donne e dell’amore che sono in grado di donare. Uomo tipicamente meridionale, caratteristica che sottolinea in ogni occasione, Michele Placido è un attore e autore a 360 gradi in cui emerge uno spiccato interesse per le problematiche sociali, affrontate con grande sensibilità e coraggio.

Chi è Michele Placido?

Un uomo con un grande sogno, cresciuto in un piccolo paese della Puglia in una famiglia numerosissima, terzogenito di otto figli. “Tutto comincia nel 67’ quando lascio la mia regione per trasferirmi a Roma dove entro in Polizia. Molto presto però mi rendo conto che devo assecondare la mia naturale inclinazione a recitare. Decido di entrare all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e debutto nel 1970 a teatro nello spettacolo “Orlando Furioso” di Luca Ronconi. Tutto il resto è storia”.

La sua è una storia di ruoli e film di ogni genere tra cinema e tv: dall’eroico professore protagonista di “Mery per sempre” di Marco Risi a Giovanni Falcone di Giuseppe Ferrara, Padre Pio nella fiction televisiva di Giulio Base, sino all’indiscusso successo di Romanzo Criminale che ha diretto con grande maestria: qual è il segreto del suo successo come regista e come attore?

Il segreto è lo studio, la conoscenza, l’approfondimento che metto in ogni ruolo che interpreto e in ogni film che dirigo.

Sono rimasto fedele al mio essere diretto e alle origini che mi hanno aiutato molto nella scelta e nell’interpretazione. Inoltre resto un uomo semplice, non conduco una vita esclusiva, al contrario non riesco a staccarmi dal quotidiano e mi piace stare in mezzo alla gente, fare passeggiate, dialogare con tutti.

In fondo aveva ragione il mio grande maestro Giorgio Strehler quando sosteneva: “Prima viene l’uomo, poi l’artista”.

 E come un uomo qualunque lei ha amato, ha lasciato, è stato sedotto, abbandonato e poi ha corteggiato. Padre di 5 figli con due matrimoni finiti alle spalle, adesso è sposato con Federica Vincenti: che importanza ha avuto il ruolo della donna nella suo percorso artistico?

I primi anni la donna non è stata fondamentale, almeno dal punto di vista della creatività. Negli ultimi, invece, da quando ho sposato Federica, abbiamo intrapreso un viaggio di vita e imprenditoriale. Lei si occupa dell’organizzazione dei film e dei miei spettacoli teatrali. Una donna ha una capacità che gli uomini non hanno: quella di saper rispettare il ruolo dell’artista, come nel mio caso, e nello stesso tempo, tirare fuori il meglio dal compagno, stimolarlo, organizzare il lavoro. Per cui parte del successo, almeno il 50%, posso dire che è da attribuire ad una donna come mia moglie. Credo che nel nostro campo, quello del cinema e del teatro, le donne abbiano una marcia in più, sono più artiste, hanno più fantasia, passione per il lavoro. Gli uomini peccano spesso di cialtroneria e pressapochismo, le donne mai, sono sempre lì, stanno sempre sul pezzo, fanno il loro dovere con grande etica del lavoro.

Valeria Aiello