Intervista ad Adriana Del Duca e Federica Orefici, designers e creatrici di Genos Gioielli
Sottrazione, linearità, ordine, silenzio, pausa. Concetti di una rarità cosmica nel mondo contemporaneo. Tutto è di più. Quasi nulla è essenza, in una continua lotta temporale tra l’affanno e la ricerca introspettiva del sé. Così, dalla negazione del càos e dalla proiezione di una contemporaneità futura più singolare e definita, prende forma, in controtendenza,Genos Gioielli. Le menti di Adriana Del Duca e Federica Orefici, traslate nella creazione di monili dal design contemporaneo ma dall’essere tradizionale. Nel primo caso, nelle forme; nel secondo, nella realizzazione.«In un’epoca in cui sia tutto che tanto è in perenne movimento, i messaggi che ci arrivano sollecitano la nostra attenzione costantemente, l’uomo non ha più tempo per pensarsi, per il silenzio, per la pausa. Aggiungere altra confusione a tutto questo ci è impossibile».
Adriana e Federica hanno le idee chiare. I gioielli Genos, progettati interamente dalle due creatrici e realizzati da artigiani specializzati napoletani, sono tutto meno che eccesso. Nascono dalla sperimentazione di un disegno o dalla manipolazione impulsiva della carta e della cera e restituiscono forme al metallo, al rame, alle pietre preziose, al plexiglass e all’argento. Ed è così che le superfici diventano ampie e lisce, che la concentrazione sorpassa la dispersione, che l’economia dei tratti riesce a dare vita a unicità anziché moltitudine di elementi. Ecco perché stilizzazione delle forme.
In quest’ottica nascono collezioni concettuali che celano un simbolismo sotteso: “Genesis” per la nascita, “Aquiloni” per la libertà, “Where are you” per lo spazio, “Gemme” per la purezza, “Grafemi” per il linguaggio.
«Ultima nostra creazione è il Paisley: la rielaborazione di un’icona antichissima che allo stesso tempo è sorprendentemente sempre attuale.È stato complesso proporre questo antico motivo seguendo i criteri estetici che ci appartengono. Abbiamo semplicemente lavorato per sottrazione, rendendolo minimal, tutto il contrario di come lo si può vedere in giro».
E anche lo store del gioiello Genos, che sorge in via San Pasquale 67 nel quartiere di Chiaia, cuore innovativo della città Napoli, riflette il significato del suo nome(dal greco nascita, provenienza, origine, famiglia).«Abbiamo progettato interamente il negozio, dalla scelta dell’ottanio come colore istituzionale, alle vetrine a forma di bolla, i colli espositivi, i mobili tra cui la cassaforte d’epoca. Si tratta di uno spazio da cui scaturiscononuove idee per incontrare il gusto di utenti consapevoli e lontani dall’omologazione. Un luogo che trova un giusto compromesso tra l’oggetto d’arte e la sua funzionalità».
Ed è proprio alla funzionalità e all’amore per l’arte che è interessata la donna che veste Genos.Adriana sottolinea che la donna Genos «sceglie in autonomia e non s’identifica con una maggioranza che le impone cosa indossare. Rischia, non ha bisogno di farsi accettare, non si accontenta». Una donna di spessore, intelligente e libera che acquista con coscienza e apprezza il contenuto nonché la lavorazione del prodotto.
«I nostri gioielli hanno la stessa importanza di chi li indossa. Ognuno ha la propria autonomia. Entrambi, sia la donna che il gioiello, compiono lo stesso viaggio. Partono e arrivano insieme».
Mariagrazia Ceraso