I LOGHI ZOOMORFI
Il logo è la rappresentazione grafica del nome di un prodotto o di un’azienda. Serve a creare identità, a distinguersi dai competitor, a farsi riconoscere.
Le sue componenti principali sono il colore, il lettering, l’immagine e lo slogan.
Un buon logo deve essere appropriato al target di riferimento, facile da leggere, e adattabile a tutti i materiali di comunicazione.
I LOGHI ZOOMORFI E LA STORIA
Sono sempre più numerosi i marchi che usano come simbolo gli animali o i loghi zoomorfi.
Non solo nel mondo dell’abbigliamento ma in tutti i settori merceologici. Food, automobili, prodotti per l’igiene personale, ma anche distributori di benzina ed enti pubblici.
La realizzazione grafica di animali ha un’origine antichissima, risale infatti ai popoli primitivi che realizzavano graffiti nelle grotte.
LE GRANDI FIRME E IL REGNO ANIMALE
Armani: raffigura un’aquila girata a destra, è composto da strisce orizzontali e ha le lettere “G” e A” inserite in esso, secondo una leggenda legata al celebre marchio, l’aquila è un tributo agli Stati Uniti in quanto il loro più grande partner commerciale.
Moncler: la Montagna, il Gallo, il Dinamismo. Nel 1968 Moncler divenne partner della nazionale francese di sci alpino per i Giochi Olimpici Invernali di Grenoble. In quell’occasione, il logo prese la forma che conosciamo oggi e che nasconde vari significati.
Le cime del Mount Eguit stilizzate vengono “inserite” nella M bicolore, iniziale di Moncler. Il gallo simboleggia l’alba ed è il simbolo della Francia.
Il levriero è il simbolo di Trussardi, è stato introdotto nel 1973 e si rifà ai concetti di tradizione, eleganza, dinamicità e spirito di innovazione.
Pochi mesi fa è stato reinterpretato in seguito alla nuova brand identity.
Il levriero diventa un elemento grafico circolare per rifarsi all’ uroboro, simbolo dell’eterno, ciclico rinnovo della vita.
IL CASO LACOSTE
Boston, 1923, il giovane prodigio del tennis Renè Lacoste aveva 19 anni e amava le sfide.
Il capitano della squadra gli promise una bellissima valigia in pelle di coccodrillo che ammirò in una vetrina se avesse vinto il match difficile che lo aspettava.
René non vinse, ma ebbe la determinazione del coccodrillo sul campo, motivo per cui un giornalista americano gli diede questo soprannome.
Il coccodrillo prese forma nel 1927 sotto lo stilista Robert George.
Precursore della personalizzazione, René Lacoste lo fece immediatamente ricamare sui suoi blazer.
Qualche anno dopo nacque la polo. Il coccodrillo sul cuore fece di Lacoste il primo brand a mettere un logo visibile su un capo.
HERMES, ETRO E INFINITI ESEMPI
Se il disegno Paisley è il disegno iconico della Maison Etro il suo logo è un fiero Pegaso, un cavallo alato che spesso viene stampato o ricamato su capispalla, borse e cinture e camicie.
Il logo di Hermes è ispirato al dipinto “Le Duc Attele, Groom a L’Attente” di Alfred de Dreux.
Il marchio rimane invariato fino agli inizi degli anni ’50, quanto viene lanciato l’iconico simbolo della carrozza nobiliare trainata da un cavallo.
Nel settore dell’abbigliamento ci sono infiniti esempi: Puma col magnifico esemplare felino, Palyboy con il celebre coniglietto, abbiamo il gallo di Le Coq Sportif, l’alce di Abercrombie & Fitch, il gabbiano di Hollister.
#STORYTELLER: GIANFRANCO VITALE
CLICCA QUI PER SFOGLIARE LA VERSIONE DIGITALE #SPECIALE #ETICO
SFOGLIA LO SPECIALE #ILLUMINATO DI #3D LATO YIN #COVERSTORY ACHILLE SCUDIERI
SFOGLIA LO SPECIALE #ILLUMINATO DI #3D LATO YANG #COVERSTORY FRANCO SILVESTRO
ORDINA LA TUA COPIA CARTACEA #SPECIALE #UMANITÀ