FORMAFANTASMA I MODERNI ALCHIMISTI

FORMAFANTASMA
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Formafantasma

Il nome Formafantasma richiama il concetto dello spirito.

La forma fantasma è invisibile, aleggia fino a materializzarsi.

I Formafantasma sono un duo composto da Andrea Trimarchi e Simone Farresin, designer italiani con sede a Eindhoven, Paesi Bassi.

Il nome è stato scelto in modo intuitivo e prima che aprissimo ufficialmente il nostro studio.

Nel tempo però è diventato sempre più coerente con la nostra idea di design che antepone il processo e la ricerca contestuale a quella formale.

In tal senso la forma è conseguenza di un processo.

Cambia.

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La collaborazione inizia nel 2003 e dopo gli studi a Firenze entrambi frequentano la Design Academy di Eindhoven dove oggi sono responsabili di un master in Geo-Design.

Da studenti hanno inviato i loro portfolio legati insieme per la selezione alla Design Academy.

O sarebbero stati selezionati come duo o nulla.

È andata così.

Dopo pochi anni si sono laureati con un elaborato che affrontava tematiche come il razzismo, i flussi migratori e la connessione con l’idea di identità nazionale che si manifesta spesso anche attraverso gli oggetti tradizionali.

In sede di discussione molti non hanno apprezzato il lavoro perché non ritenuto attinente al design.

Il NYTimes invece, lo ha trovato molto interessante dedicandogli la prima pagina.

Quando cominci la tua carriera, avere qualcuno che ti rassicura e crede nelle tue idee è importante.

Il lavoro creativo richiede molta esposizione personale, intima.

Ti rende fragile.

Un approccio al design innovativo di chi costruisce strade piuttosto che percorrerle partendo da uno studio profondo dell’uomo, della storia, di diverse discipline e settori tra i quali la biochimica, la scienza, l’ecologia, l’economia.

Il lavoro di Studio Formafantasma è trasversale: indaga sul ruolo del design nell’artigianato popolare, il rapporto tra tradizione e territorio in un ponte tra passato e presente.

La riflessione primaria è sui materiali, l’oggetto verso le sue infinite possibilità in un mix tra analisi e intuizione, curiosità e conoscenza del prodotto per creare un nuovo concetto di designer che relazioni artigianato e industria, utente e oggetti.

FORMAFANTASMA
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Il ruolo del designer è cambiato troppo poco nel tempo.

Ancora molto spesso i designer vengono trattati come degli stylist o dei disegnatori di forme.

In realtà possiamo fare molto di più.

Noi vediamo i designer come una specie di R&D (Research and Development) esterno all’azienda.

Attraverso il master in Geo-Design, infatti, ci occupiamo di ecologia e della comprensione olistica della responsabilità e possibilità della disciplina del design oltre il disegno del prodotto.

Lo scopo è accantonare in parte l’educazione al disegno industriale a favore di una comprensione profonda delle problematiche e delle relative conseguenze di un modo errato di produrre e stimolare una relazione più critica e consapevole dell’utente con gli oggetti.

Non vediamo gli studenti come dei vasi vuoti dove trasferire delle conoscenze, sono dei colleghi con meno esperienza ma che sicuramente sapranno essere più radicali di noi e costruiranno un’idea di design più inclusiva non solo per gli umani ma anche per le altre specie con cui condividiamo il pianeta.

I Formafantasma hanno collaborato con aziende come Flos, Fendi,Lexus, Spormax.

I loro lavori sono stati presentati e pubblicati a livello internazionale e fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche come MoMA di New York, Stedelijk’sHertogenbosch, Metropolitan Museum di New York, Mak Museum di Vienna, Victoria and Albert Museum di Londra, MUDAC Lausanne, Mint Museum of Craft and Design in North Carolina, Chicago Art Institute e il TextielMuseum in Tilburg, il Centre Georges Pompidou di Parigi, e molte altre gallerie e istituzioni culturali.

Un lavoro al quale a distanza di anni si sentono molto legati è Botanica una ricerca sulle plastiche di origine organica.

Gli oggetti della collezione Botanica sono pensati immaginando che l’era del petrolio in cui viviamo non abbia mai avuto inizio.

Sono caratterizzati da dettagli organici e plantiformi, mentre la pallet colori è interamente basata sui toni ambrati delle resine, accostati a materiali appartenenti alla tradizione come legno, ceramica e metallo.

Le texture e i colori caldi e bruniti delle resine rievocano alla memoria gli oggetti in Bachelite del diciannovesimo secolo, ma finiture e dettagli risultano allo stesso tempo sia arcaici che contemporanei.

In Botanica le plastiche sono utilizzate in modo inusuale, come dettagli preziosi e dalla natura arcana nel tentativo di suggerire una nuova estetica post industriale.

Andrea Trimarchi e Simone Farresin si sono occupati della mostra Cambio commissionata dalla Serpentine Gallery di Londra al Centro Pecci di Prato.

Cambio, dal latino medievale cambium, cambiamento, scambio, è la personale indagine sull’estrazione, produzione, e distribuzione di prodotti in legno.

I primi oggetti in mostra sono campioni di legni duri rari esposti per la prima volta nella Grande Esposizione del 1851.

I più recenti sono i mobili e le sedute espositive disegnate da Formafantasma, tutti realizzati da un unico albero travolto da una tempesta nel nord Italia nel 2018.

In ogni pezzo di legno c’è un archivio dei cambiamenti climatici e dei movimenti naturali.

Questa mostra multidisciplinare evidenzia il ruolo cruciale che il design può svolgere nel nostro ambiente e la sua responsabilità di guardare oltre i confini auspicando un futuro in cui possa tradurre l’emergente consapevolezza ambientale in una rinnovata comprensione della filosofia e della politica degli alberi.

La mostra Cambio sulla silvicoltura finlandese, in collaborazione con l’azienda finlandese di mobili Artek, è visibile all’Helsinki Design Museum dal 10 giugno al 28 agosto 2022.

#STORYTELLER: VALENTINA NASSO

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