Emis Killa “Sono un Supereroe e me ne vanto”

di Pino Gagliardi

È in giro per l’Italia a promuovere con un tour il suo ultimo lavoro “Supereroe” che ha debuttato subito in cima alla classifica dei dischi più venduti. Alcuni singoli sono tra i brani più ascoltati in questo momento dalle nuove generazioni e “Rollcoaster”, il primo singolo estratto, è da ormai sei mesi una presenza fissa nelle chart italiane. Un album pieno di collaborazioni che vanno da alcuni giovanissimi fenomeni come Capo Plaza, Karl Brave, Vegas Jones e Gemitaiz agli stimati veterani tipo Guè Pequeno, Jake La Furia, Don Joe e Big Fish, quest’ultimi due in veste di produttori del disco. Emis Killa con questo disco si rimette in gioco dopo una breve pausa in cui ha raccolto le idee per tornare più forte di prima.

Sei tu il “Supereroe” del disco?  

Beh sì, si riferisce ovviamente a me, ma ho tratto ispirazione anche da quello che vedo nella società attuale, fatta di supereroi che sono sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni, che per alcuni sono semplicemente persone e per altri invece sono supereroi, perché compiono del bene o comunque riescono a confortare le persone e a farle stare meglio.

Hai chiamato due produttori non di primo pelo come Don Joe e Big Fish, perché?

Non essendo un rapper di nuovissima generazione, ho sentito il bisogno di confrontarmi con dei produttori maturi, perché adesso è vero che è pieno di producers giovani molto validi che però non hanno quella versatilità che invece serve a me. Essendo io un artista molto versatile, non ho mai fatto un disco che avesse un solo tipo di suono dall’inizio alla fine, perché mi piace molto metterci tante robe che cerco di far combaciare. Reputo Don Joe E Big Fish i due migliori produttori della storia del rap italiano. Pensa che se me lo avessero chiesto da bambino avrei risposto che il mio sogno sarebbe stato quello di fare un disco con loro. Oggi fortunatamente ho avuto la possibilità di farlo. Sono due sfumature diverse della mia attitudine, ed è un connubio che secondo me ha funzionato alla perfezione.

A proposito di versatilità in questo album c’è del rap, della trap e del pop, non pensi che così sia difficile musicalmente decifrarti?

Sono tutti generi fatti sempre con il mio stile e la qualità è quella che mi contraddistingue da tutti gli altri. Io dico sempre che non ci sono altri rapper come me nel panorama italiano, solitamente o sono dei rapper molto forti, rispettati dall’ambiente, ma che le radio non passano, o vanno in radio ma non sono rispettati dall’ambiente. Io sono l’unico, quanto meno al momento, che gode invece di una certa credibilità e rispetto nell’ambiente perché sanno che comunque ho le capacità tecniche per rappare su qualsiasi base io voglia, sanno che sono capace di spaziare su suoni diversi, che sia la trap, che sia il rap, che sia altro e allo stesso tempo sono capace di fare delle hit radiofoniche, ma anche in quel caso con diverse sfumature.

E tu di hit ne hai già fatte diverse no?

Se prendiamo tre mie hit che possono essere “Parole di ghiaccio”, “Maracanà” e “Rollercoster”, sono tre brani totalmente diversi tra loro, il primo è un pezzo d’amore, il secondo è la classica hit popolare che prende l’italiano medio e l’ultimo è un brano hip pop con delle ritmiche in stile raggeatton, che vanno molto al momento e dedicate a un mondo molto più femminile. In ognuno di questi brani ci sono tante sfumature che per fortuna hanno sempre funzionato. Non per essere egocentrico o autocelebrarmi però, io sono sempre uno che lascia che i fatti parlino sempre prima delle parole, e i fatti dicono che fino a oggi, quasi tutto quello che ho fatto l’ho fatto bene, quindi mi vanto di questo, il mio vanto è quello di saper fare tante cose.

Tante le collaborazioni in questo disco, perché proprio loro?

Sono tutti amici, tranne 6ix9ine che è l’ospite internazionale, tutti gli altri sono quelli che secondo me potevano valorizzare al meglio le tracce. Oggi ci sono quelli che vogliono collaborare subito con il nome forte e prima ancora di avere il pezzo contattano l’artista, ma secondo me questo non paga perché magari poi il pezzo viene fuori una cagata. Il mio metodo invece è che prima faccio le canzoni e poi, quando sento che qualcosa potrebbe migliorare la traccia, penso a chi potrebbe valorizzarla e questi sono quelli che mi sono venuti in mente per la riuscita del disco.

Hai raggiunto il grande pubblico anche grazie alla tv con “Maracanà” questo ha minato un po’ la credibilità nel tuo ambiente?

Fu un lavoro su commissione, non è che è stato pensato a tavolino da me. Non ho deciso una mattina faccio la hit perché voglio svoltare, fu una roba nata quasi per gioco, una roba Sky, mi chiesero: “ci fai una sigla per i mondiali?” E io l’ho fatta e alla fine è diventata una hit popolare. È una canzone che comunque mi ha portato tanta fortuna, mi ha fatto suonare tantissimo dal vivo, secondo me mi ha portato a fare anche “The Voice”, che comunque è una esperienza molto importante nel mio curriculum, mi ha fatto conoscere e apprezzare anche dalle persone diciamo di ultima generazione, e poi è stata la conferma che volendo faccio anche la hit popolare. Quindi, sì, ha sporcato un po’ la mia credibilità nel rap, però al giorno d’oggi chissenefrega, rispetto a quello che c’è in giro adesso, rispetto alle robe che sento ora, “Maracanà” è la divina commedia.

Cosa pensi del mondo rap di oggi?

Penso che in realtà tutti vogliono fare quello che ho fatto io, non mi prendano per il culo, perché anche altri colleghi miei, quelli che qualche volta mi hanno tirato qualche frecciatina nelle loro interviste, dicendo che io non ho bisogno di fare Maracanà per fare la mia musica. La realtà è che se poi vai a spulciare nei loro dischi ci sono delle cagate astronomiche tanto quanto almeno Maracanà, semplicemente meno forti e che non hanno funzionato e a quel punto loro si sbandierano come i fighi dell’underground. La verità è che a fare un pezzo paraculo ci hanno provato tutti o quasi, e quindi ti dico non me ne frega niente se qualcuno ha da ridire, ci provi, faccia quello che ho fatto io e soprattutto che lo dica, lo faccia pubblicamente. Non mi riferisco ai rapperini che non hanno successo, ma ai miei pari, a quelli che hanno i miei stessi numeri, a quelli che contano e che hanno un peso, a quelli che dicono una roba e subito arriva a tutti. Se qualcuno ha da ridire sulla mia credibilità o una qualsiasi cosa che lo dica e vedremo come andrà a finire.

photo by Graziano Moro