Nome: Clementino Maccaro. Luogo e anno di nascita: Avellino 1982. Alter ego: Iena White. Indizi che fanno pensare a una sola persona, Clementino, il rapper che nell’ultimo anno è diventato tra le voci più autorevoli del freestyle italiano. Tra appassionati e non, quando si parla di rap nostrano, è innegabile che il primo nome che venga in mente sia il suo. Sarà anche perché è tra coloro che ha compreso a pieno il potenziale dei social. Basti pensare che, su facebook, conta 1.031.866 di follower e tutti i suoi video goliardici o dei backstage, contano, volendo volare bassi, circa 350.857 visualizzazioni. Potrebbe quasi diventare un modello per i provetti social media marketing. Il suo successo sarà dovuto anche a quella sua indole istrionica, figlia della sua forte passione per il teatro che, da bambino, l’ha spinto a seguire corsi per soddisfare la sua voglia di imparare e conoscere. Nel 2012 ha recitato anche nell’adattamento teatrale del film di Ettore Scola Che Ora è?. Come ha più volte dichiarato, tutto questo è stato determinante nell’avvicinarsi all’hip pop, quasi come l’ascolto degli adorati rapper internazionali e napoletani, incoraggiandolo anche nel 2013 a realizzare il Clementino Live Theater, in cui ha unito il teatro al rap.
Un nuovo mattatore 2.0, arrivato lo scorso 21 settembre fino al Bowery Electric nel quartiere di Chinatown a New York per il suo live con cui ha tenuto a battesimo gli show della web radio Radio Nuova York. Clementino ha dato un’ulteriore testimonianza della sua ascesa anche con il suo tour estivo Miracolo!, tratto dal nome del suo ultimo album, uscito ad aprile, e che tra le prestigiose collaborazioni vanta, come un dono prezioso, quella con Pino Daniele.
Il tour ha superato i 100.000 spettatori e si prepara all’ultima data, che ci sarà a Napoli l’11 dicembre alla Casa della Musica. Outsider o meno, Clementino è uno di quei ragazzi che possiede sagacia e intelligenza viva che traspaiono dagli occhi e da quel particolare modo di comunicare le sue opinioni che oscilla tra serio e faceto, come viene fuori durante la nostra conversazione in cui emerge un attaccamento viscerale alla famiglia nella quale madre e sorella sembrano esserne i cardini: <<Quando penso alle donne le prime che mi vengono in mente sono mia madre e mia sorella, appartenenti a due generazioni diverse. La generazione di mia madre che è quella degli anni ’70, per me rappresenta la saggezza e l’affidabilità, mentre quella di mia sorella…bè, quando penso a lei e alle ragazze come lei, ammiro l’intelligenza. Mia sorella, poi, è il mio opposto: lei canta in chiesa e io faccio il rap. A scuola aveva tutti 9 mentre io non volevo nemmeno metterci piede>>. Clementino, il rap che nacque negli Stati Uniti era un canto di protesta. Oggi, in Italia, ha lo stesso valore? Sicuramente sì, anzi, lo è ancora di più. Negli anni ’90, a parte qualche gruppo, nel rap non si osava come stiamo facendo noi rapper contemporanei. Il pubblico adesso vuole il rap come un segno di ribellione. E noi abbiamo una grande responsabilità, perché dobbiamo farne capire il significato. Rivoluzione è nel modo di pensare, non vuol dire distruggere tutto. Parliamo di una rivoluzione mentale.
Nella musica rap sono poche le donne. Sembra essere un’industria dominata dagli uomini. A cosa è dovuto? Il rap in Italia è nato da poco ed è esploso così forte che sarà solo questione di tempo e vedremo tante rapper donne anche da noi, ne sono certo. In ogni mio album ho voluto che ci fosse il contributo di una donna, infatti in Miracolo! c’è Mama Marjas e nel mio album precedente c’era Meg dei 99 Posse. Non mi è mai appartenuto il personaggio del rapper cattivo e maschilista. Ho molta fiducia nelle donne. Sono più responsabili degli uomini e se un giorno dovessi aprire un’etichetta discografica sicuramente la responsabile sarebbe una donna. Ti dirò di più, la mia speranza è che un giorno il Presidente della Repubblica italiana e il Presidente degli Stati Uniti siano delle donne. Sarebbe un bel segno di rottura, di cambiamento, così come è stata l’elezione di Barack Obama, che ha superato le barriere del razzismo.
E se tu dovessi rinascere donna? Come vorresti essere?
Come Jennifer Lopez! Al di là della sua bellezza, lei è una portoricana, nata nel Bronx, che è riuscita a farsi valere, imponendosi come cantante, rapper e attrice. La sua è stata una bella scalata. E probabilmente mi rispecchia.
ANTONIA FIORENZANO